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Storia

Da oltre 50 anni Officine di Cartigliano studia, progetta e realizza impianti
per la fondamentale fase del passaggio della pelle dal bagnato all’asciutto
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Era il 1961

La nostra missione: nobilitare la pelle

Officine di Cartigliano Spa nasce nel 1961 da una felice intuizione del Comm. Corner assieme ai primi Soci: il Sig. Giuliano Liotard, Sig. Luigi Turato e Antonio Bianchini.
La gestione dell’impresa rimase per i primi 30 anni al Sig. Giuliano Liotard.

Fin dagli albori la Cartigliano si configura come il risultato di una ricerca di equipe tendente ad esaminare la possibilità dell’utilizzo di una tecnologia alternativa nel processo di modificazione di stato del pellame conciato umido prima della rifinizione.

Officine di Cartigliano | Costruzione di uno dei primi sottovuoti a braccio

L’unità sottovuoto

La prima macchina realizzata fu l’unità sottovuoto per il trattamento delle pelli.
Si incominciarono a ricercare le condizioni ottimali di umidità da ottenere prima e dopo tale trattamento, così come le condizioni di planarità, estensione in piedaggio senza impiego di telai a pinze, cercando di ottenere una buona morbidezza e (fondamentale per allora) correzione dei difetti del fiore.

La qualità di un pellame finito

Allora come oggi, la qualità di un pellame finito potrebbe essere definita dalle seguenti caratteristiche:

  • Planarità;
  • Estensione;
  • Corretta umidità di condizionamento a valori intorno al 10-12%;
  • Resistenza alla cucitura;
  • Finezza del fiore;
  • Mano della pelle in funzione della sua destinazione;
  • Giusta morbidezza e rotondità.

Sulla base di tali considerazioni fu messa a punto la prima apparecchiatura sottovuoto. Era costituita da una tavola singola di acciaio di grosso spessore, piallato e cromato, capace di accogliere due mezze bovine da 20 piedi ciascuna.

Officine di Cartigliano | Una delle fasi di produzione dei sottovuoti
Officine di Cartigliano | Una delle prime radiofrequenze
Officine di Cartigliano | Una dei primi palissoni
Officine di Cartigliano | Una delle prime radiofrequenze

Su questa tavola veniva calata una cappotta a tenuta stagna costituita da una camera di evaporazione di modesto volume con guarnizione perimetrale; la tavola inferiore era riscaldata e quella superiore, invece, messa sottovuoto.
Il successo di questa macchina fu immediato e ne fu immediatamente compresa l’importanza nel settore conciario. Con il passare degli anni l’unità sottovuoto è arrivata ai giorni nostri.
In più di 40 anni questa macchina è stata ovviamente completamente e continuamente aggiornata.
La prima unità a piano singolo lavorava a temperature elevatissime rispetto a quelle attuali: fino a 90°C di temperatura sul piano, con un livello di vuoto che raggiungeva valori ideali intorno ai 110-120 mbar.
Oggi i Sottovuoto multipiano possono essiccare mediamente 240 mezzine all’ora e 110-120 intere all’ora con un grado di vuoto che si avvicina agli 8 mbar, raggiungendo una temperatura del piano tale da permettere che la temperatura della pelle stessa non superi i 37°C (temperatura dell’animale vivo).

Cartigliano si dedica allo studio ed alla ricerca di tutte le operazioni che seguono la tintura ed antecedono la rifinizione; così poiché dopo il Sottovuoto l’umidità residua della pelle è ancora elevata e disuniforme, si ricerca la possibilità di ricondizionarla per portarla all’umidità corretta.
Alla fine degli anni ’60 già si studiava il primo impianto di essiccazione/condizionamento funzionante grazie alla radiofrequanza.
Anche questo fu un apporto fondamentale al settore e può spiegare quanto avanzati e importanti fossero già allora la ricerca e l’offerta di alternative con un altissimo livello di innovazione.
La terza fondamentale operazione da sviluppare, essendo a questo punto la pelle asciutta, prima della rifinizione, fu la macchina per palissonare.

Oggi tutte queste macchine sono diventate assolutamente necessarie ed imprescindibili per una lavorazione corretta della pelle. Ovviamente il Sottovuoto di oggi rispetto a quello di allora ha solo il nome; la Radiofrequenza è stata man mano sostituita dagli LTD prima (Low Temperature Dryer) e dai TAIC poi (Treated Air Injection Conditioner).

La Radiofrequenza fu un altro capitolo geniale della Cartigliano poiché permetteva il condizionamento nella superficie ma anche nel centro dello spessore della pelle, con risultati eccellenti di uniformità, tatto, pienezza, mano.

Di qui nacquero i successivi sviluppi, di cui l’ultimo fiore all’occhiello è rappresentato dal TAIC, un impianto che lavora lungo tutto l’arco dell’anno senza tener conto del clima, ma riproducendo le migliori caratteristiche “climatiche” (temperatura ed umidità relativa dell’aria) che vengono iniettate simultaneamente contro il fiore e la carne della pelle.

Il passaggio successivo fu quello di dare una continuità all’intero processo di essiccaggio, condizionamento e ammorbidimento della pelle, tenendo sempre bene in considerazione i punti fermi della bassa temperatura per poter ottenere una pelle che avesse la massima estensione ed, allo stesso tempo, che fosse il più naturale possibile, ottenendo così un “upgrade” delle scelte.

All’inizio gli impianti Cartigliano erano destinati alla produzione della pelle per calzature e borse. Oggi modificando i parametri, le macchine Cartigliano sono un must per la lavorazione di qualsiasi tipo di pellame e rappresentano la miglior scelta qualitativa – produttiva dalla pelle ovocaprina alla pelle intera per arredamento e automobile.

Officine di Cartigliano | Feeder e Sottovuoto
Officine di Cartigliano | Wet Stretching, Feeder, Sottovuoto e Condizionatore TAIC
Officine di Cartigliano | Condizionatore TAIC

Correva l’anno 1999

I nostri obiettivi

I grandi obiettivi sono all’ordine del giorno per la Cartigliano, che è leadership mondiale nella produzione di macchine e impianti per la lavorazione delle pelli: basti pensare che più del 70% delle pelli presenti nel mondo vengono processate da impianti Cartigliano.

Tutto questo lavoro ed il progresso man mano realizzati sono stati ottenuti grazie a studi e collaborazioni sviluppati in continuo tra Cartigliano, le Concerie ed i Chimici del Cuoio. Cartigliano si propone infatti come aiuto e supporto alla conceria stessa ed è solo in questa chiave e grazie al Dipartimento di Ricerca e Sviluppo che giornalmente lavora pelli provenienti da tutto il mondo e di qualsiasi genere, che è possibile realizzare questa continua innovazione.

Un esempio di ciò è stata la creazione della cosiddetta linea “Turellina”. Questa linea è stata studiata per la produzione di pelli bovine intere per arredamento e oggi anche per uso automobilistico.

Alla fine degli anni ’90 / primi 2000 c’è stato un forte calo della domanda di pelli per calzatura, cosicché si è assistito ad un passaggio di produzione da calzatura ad arredamento. Le pelli per arredamento in quegli anni venivano asciugate con sistemi antichi di inchiodaggio in bagnato.

Cartigliano è sempre stata contraria all’idea del “toggling”o inchiodaggio. Se pur vero che a prima vista la pelle sembra avere delle caratteristiche di estensione ottimale, non si tiene conto che viene esercitata la forza estensiva delle pinze sulla sola area perimetrale della pelle, mentre la parte centrale viene aperta assai poco.
Si nota quindi uno sforzo notevole sulle parti della pelle per natura più deboli e più cedevoli (pancia), mentre viene trascurata la parte centrale per l’apertura.

L’idea anche qui rivoluzionaria è quella di aprire la pelle partendo dal centro della stessa verso tutte le estremità.
Nasce quindi lo sviluppo di una nuova tecnologia con l’apporto iniziale da parte della conceria Schmidt, Austria (ora Boxmark) per cui viene creata la prima Wet Stretching o Palissone per Bagnato.

La Wet Stretching è una macchina in grado di aprire, in ogni sua parte ed allo stesso modo, una pelle bagnata dopo messa a vento, nelle condizioni appena ora enunciate e, allo stesso tempo, in continuo.

L’abbinamento di una messa a vento in continuo, una Wet Stretching e di un tunnel di Essiccaggio TAIC in continuo permette di mantenere ottima planarità con minima perdita di piedaggio.
Di seguito si elenca il percorso completo della pelle:

  • Messa a vento;
  • Wet stretching;
  • Taic – L’umidità in uscita dal primo tunnel al 26-28%;
  • Wet stretching – con questa seconda Wet Stretching, si riesce a recuperare il poco piedaggio perso con l’essiccazione nel tunnel;
  • Taic – con questo tunnel si condiziona la pelle fino a portarla ad una umidità residua desiderata del 10-14%;
  • Palissonatura finale.

Questa linea rappresenta l’ultimo sforzo Cartigliano per le bovine intere e dà la possibilità di ottenere mediamente circa 100 pelli all’ora con 2 soli operatori che lavorano all’inizio della linea stessa per alimentare la pressa in continuo. Il ciclo di lavoro di questo tipo di linea è di circa 30–35 minuti.
Ogni singola macchina Cartigliano è stata da sempre studiate per rappresentare il punto di riferimento per qualità, produzione e resa e, allo stesso tempo, minima manutenzione.

La combinazione di singole macchine, poste in sequenza logica per i diversi tipi di pelli, ha permesso di ottenere linee di produzione continue “Just in Time” studiate “ad hoc” che garantiscono:

  • Riduzione dei tempi di produzione;
  • “Manualità” ridotta al minimo;
  • Qualità di produzione medio-alta estremamente uniforme e costante;
  • Riduzione dell’inventory;
  • Grande snellezza di produzione;
  • Aumento del numero di rotazione del capitale di giro.

Lo spirito “Cartigliano” improntato sulla ricerca nasce da una innata curiosità dei fenomeni fisici che avvengono nella trasformazione di stato di vari prodotti.

Circa il 10% del fatturato viene destinato ed investito ogni anno in ricerca, tutelata da brevetti a copertura internazionale, la cui costituzione, mantenimento e tutela gravano per circa 400.000 U.S. Dollari all’anno.

La ricerca viene effettuata innanzitutto per il settore primario, quello per le macchine ed impianti per conceria.

Già da anni Cartigliano investe in altri due settori che ritiene di rilevanza fondamentale per l’essere umano: l’alimentazione e l’inquinamento.

  1. 2017

    Si introducono nel mercato nuove tecnologie Cartigliano: Palissone 416 Nero – Impianto a Radio Frequenza – Smart Factory.

  2. 2013

    Cartigliano introduce il nuovo impianto Sottovuoto a-CNS. È subito record: 80 Sottovuoti venduti nei primi 12 mesi, 4 Premi internazionali riconosciuti.

  3. 2000

    Cartigliano espande i propri orizzonti ed investe in settori diversi: Ambiente e Alimentare. Vengono applicati know-how e brevetti ad impianti per l’essiccazione di fanghi civili ed industriali e per la pastorizzazione e sterilizzazione tramite radio frequenza di alimenti liquidi e semiliquidi.

  4. 1995

    Cartigliano introduce nel mondo conciario la tecnologia Just In Time. Gli impianti Cartigliano vengono messi “in linea”, garantendo una produttività continua e certa. Un nuovo impianto viene messo nel mercato: il TAIC, Condizionatore ad Aira Trattata, conferisce alla pelle caratteristiche di planarità e umidità residua definita e costante nel tempo.

  5. 1992

    Nasce Cartigliano de Mèxico: è la scommessa di Cartigliano Italia, che istituisce un centro di ricerca per l’essiccaggio della pelle in America centrale. La città di Leon diventerà nel corso degli anni uno dei più importanti poli industriali mondiali per la produzione Automotive.

  6. 1970-80

    Dai primi impianti Sottovuoto, si comincia la produzione dei primi Palissoni, ad una testa.
    In queste decadi vengono costruiti i primi Sottovuoti a più piani, i primi Palissoni a due e tre teste e gli impianti a Radio Frequenza.
    Il mondo conciario passa da operazioni manuali ad operazioni automatiche grazie agli impianti Cartigliano.

  7. 1961

    Nasce Officine di Cartigliano Spa, azienda fondata dal Comm. Antonio Corner.

    Viene costruito il primo Impianto Sottovuoto ad un piano, un’innovazione tecnologica che pone le basi per i successivi impianti Cartigliano.